Giovedì 19 dicembre allo “Zaccagna” di Carrara Conferenza sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere. Interverrà il Prof. Stefano Soriani, geografo dell’Università di Venezia”

L’I.I.S. “Domenico Zaccagna” di Carrara , nell’ambito del Progetto didattico “Cittadini di un mondo globale” organizza per il prossimo giovedì 19 dicembre, dalle 11 alle 13 presso l’Aula Magna dell’Istituto, la Conferenza “La Gestione Integrata delle Zone Costiere” . Relatore sarà il Prof. Stefano Soriani , Professore Associato in Geografia dell’Università di Venezia , Coordinatore Scientifico del Gruppo di Lavoro “GIZC valutazione della performance in Alto Adriatico”.

 

All’incontro , aperto al pubblico e introdotto dal Prof. Riccardo Canesi , parteciperanno le classi quarte e quinte dell’Istituto.

Le zone costiere rivestono un ruolo di fondamentale importanza per l’uomo.

È nelle zone costiere che si concentra la maggior parte degli insediamenti i e delle infrastrutture che accolgono una percentuale considerevole della popolazione.

Queste zone costituiscono una fonte rilevante di alimenti e materie prime, rappresentano un collegamento necessario per i trasporti e le attività commerciali, sostengono attività economiche come la pesca, l’acquacoltura e il turismo che per paesi come l’Italia sono importanti fonti di ricchezza e benessere. Ospitano inoltre alcuni tra gli habitat naturali più attraenti e sono un luogo privilegiato per il tempo libero. Le zone costiere quindi, e le loro risorse naturali (marine e terrestri) svolgono un ruolo potenzialmente strategico nel soddisfare le esigenze e le aspirazioni dei cittadini di oggi e di domani.

Esse però sono soggette a seri problemi quali il degrado degli habitat, l’inquinamento delle acque, l’erosione delle coste e di conseguenza l’impoverimento delle risorse.

Inoltre, lo sfruttamento eccessivo delle risorse limitate (dovuto anche alla costante riduzione dell’estensione delle zone costiere) ha portato a conflitti sempre più frequenti tra le varie attività esercitate nelle zone costiere, come ad esempio tra l’attività portuale e il turismo.

La conseguenza di tali conflitti potrebbe costituire terreno fertile per l’avvio di fenomeni negativi dal punto di vista sociale, quali la disoccupazione e l’instabilità sociale, la disgregazione del tessuto sociale e la distruzione del patrimonio culturale, che porta alla perdita dello stesso e di conseguenza di potenziali occasioni di sviluppo, la perdita di possibili posti di lavoro, la marginalizzazione e l’emigrazione.

La base della politica comunitaria in materia di zone costiere si concretizza in modo organico già nel V° Programma d’Azione comunitario in materia ambientale, in risposta ad una richiesta del Consiglio Europeo di definire una strategia globale per la gestione integrata delle zone costiere, nella consapevolezza dell’unicità di tale patrimonio ambientale, della insostituibilità delle sue risorse ecologiche, culturali ed economiche e della estrema fragilità che lo caratterizza, quale interfaccia naturale fra terra e mare.

 

Dal 1996 al 1999 la Commissione Europea ha realizzato un Programma Dimostrativo sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere, progettato intorno ad una serie di 35 progetti dimostrativi e 6 studi tematici, finalizzato ad identificare e promuovere misure volte al rimedio delle situazioni di degrado e al miglioramento delle condizioni generali delle zone costiere europee.

 

Nel 2000, sulla base delle esperienze e dei risultati del Programma Dimostrativo, la Commissione ha adottato due documenti che costituiscono ad oggi i principali riferimenti dell’azione comunitaria in materia:

 

- “Gestione Integrata delle Zone Costiere: una strategia per l’Europa” - Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo (COM/00/547 del 27 settembre 2000).

 

- “Proposta per una Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa all’attuazione della gestione integrata delle zone costiere in Europa” (COM/00/545 dell’8 settembre 2000). Tale Raccomandazione è stata successivamente adottata dal Consiglio e dal Parlamento Europeo il 30 maggio 2002 (2002/413/CE) e pubblicata sulla GUCE n. L 148/24 del 6/6/2002.

 

La necessità e le modalità di attuazione della gestione integrata sono fissate nei principi di base dell’azione comunitaria indicati nella Raccomandazione.

 

“È di fondamentale importanza attuare una gestione delle zone costiere sostenibile a livello ambientale, equa a livello economico, responsabile a livello sociale, sensibile a livello culturale, per tutelare l’integrità di questa importante risorsa…”

 

“…la gestione integrata delle zone costiere richiede azioni strategiche, coordinate e concertate a livello locale e regionale, indirizzate e sostenute da un apposito quadro di riferimento a livello nazionale…”.

 

“La Comunità favorisce una gestione integrata su scala più ampia mediante strumenti orizzontali.”

 

Tale Raccomandazione, inoltre, nel fare propri e proporre i principi di buona gestione già definiti nella Comunicazione COM/00/547, invita gli Stati Membri, tenuto conto della strategia per lo sviluppo sostenibile nonché della decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce il VI° Programma d’azione ambientale, a dotarsi di una strategia nazionale, o di più strategie, per la gestione integrata delle zone costiere, attraverso la cooperazione con le autorità regionali ed interregionali nonché con i paesi vicini, inclusi i paesi terzi che fanno capo al medesimo mare regionale.

 

I principi indicati suggeriscono un approccio strategico e una serie di linee guida per una buona gestione delle zone costiere:

- adottare una prospettiva globale (tematica e geografica) e di lungo periodo che contempli l’interdipendenza e la diversità dei sistemi naturali e delle attività umane,

- definire una modalità di una gestione capace di adattarsi alle specifiche condizioni ed esigenze in modo graduale,

- comprendere e dare espressione alle specificità locali per poter rispondere alle loro necessità concrete con soluzioni mirate e misure flessibili;

- intraprendere azioni rispettose dei processi naturali e rendere le attività umane più responsabili sul piano sociale e valide da un punto di vista economico a lungo termine;

- promuovere una pianificazione partecipata da parte dei vari soggetti interessati (partner economici e sociali, organizzazioni di cittadini e dei settori economici);

- sostenere e coinvolgere tutti gli organi amministrativi competenti con l’obiettivo di migliorare il coordinamento delle varie politiche esistenti;

- individuare e predisporre una serie di strumenti (normativi, economici, tecnologici, informativi, formativi) che permettano la concretizzazione dei suddetti principi in coerenza con gli obiettivi delle politiche settoriali, della pianificazione e della gestione.

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