Egr. Sig.ra Ministra,
sono un’insegnante di Geografia Politica ed economica nella scuola secondaria.
Le scrivo per esprimerLe apprezzamento e gratitudine per aver preso in considerazione, nel recente Decreto Scuola, la disciplina che da molti anni insegno con immutata passione.
Dopo il declino verticale che nel sistema scolastico italiano ha subìto l’insegnamento della mia materia, ho esultato nel sentir citare la “Geografia Politica ed economica” nelle pubbliche parole di un Ministro. Per qualche ora ho inutilmente sperato in un “reinserimento” della disciplina anche nei Trienni degli Istituti tecnici commerciali, restituendone così lo studio ad una fascia di età nella quale aspettative, speranze e domande sul mondo sono più strutturate e urgenti rispetto al Biennio. Ho appreso poi che si tratta dell’inserimento di una sola ora nel biennio di istituti tecnici che prima non ne prevedevano lo studio. Per me resta un piccolo passo ma con alto valore simbolico.
Mentre troppi non perdono occasione per ricordare che i nostri studenti sono tra i più ignoranti d’ Europa, delle buone lezioni di Geografia a scuola sono l’unica opportunità per tanti ragazzi per accorgersi degli eventi geopolitici, della rapidità delle trasformazioni globali, soprattutto per risvegliare un barlume di lucidità e coscienza sul presente. Nel Biennio la Geografia politica ed economica è certamente molto importante perchè ha una forte valenza formativa; nelle classi quinte però la disciplina diventa indispensabile per raccordare e approfondire i saperi , per affrontare non solo l’esame di maturità o l’Università ma anche la complessità del mondo nel quale i ragazzi stanno per entrare. I miei ex alunni tornano solo per dirmi che ciò che hanno scoperto nelle nostre ore sono tra le poche cose che “rimangono” degli anni di scuola: merito di una disciplina preziosa e affascinante, oltre che dei programmi ben strutturati dei vecchi indirizzi Tecnici “ERICA” e “IGEA”, cancellati dalla riforma.
Per queste ragioni la Geografia politica ed economica andrebbe insegnata universalmente a tutti, dalla classe Prima alla quinta di tutti gli istituti di istruzione superiore, licei compresi.
Per le medesime ragioni, almeno la Sua autorevole attenzione verso la disciplina che insegno mi ha restituito un po’ di fiducia anche sulle sorti della scuola italiana.
Resta irrisolto però un nodo fondamentale: il persistere della classificazione della Geografia come DISCIPLINA ATIPICA e l’attribuzione del suo insegnamento anche ai docenti soprannumerari di Scienze della Materia: tale “ATIPICITA’” consente loro di insegnare Geografia economica in quanto ERRONEAMENTE ritenuta “affine” a Scienze della Materia. Pertanto, paradossalmente, laureati in Scienze biologiche, SENZA AVER MAI SUPERATO UN ESAME DI GEOGRAFIA, ECONOMIA O STORIA, oggi insegnano ai nostri ragazzi GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA. Questa situazione perdura da tre anni e risulta estremamente frustrante per tutti. Soprattutto non soddisfa il criterio dell’uso razionale delle risorse umane, nella misura in cui le competenze professionali di ciascuno e le discipline stesse vengono svilite.
Egregia Signora Ministra, La prego pertanto di ABOLIRE urgentemente la categoria della “ATIPICITA” per la geografia permettendo così a ciascuno di tornare “a fare il proprio lavoro” con serenità e nel migliore dei modi.
Con stima