In merito alle recenti dichiarazioni del Ministro Profumo su Religione e Geografia vorrei fargli sommessamente notare che , se solo leggesse i programmi di studio, una materia che apre alla multiculturalità e alla globalizzazione nelle medie superiori esiste già ed è proprio la Geografia (economica o turistica).
Il problema è che questa materia è diventata una Cenerentola : dopo la cd “riforma Gelmini” , si studia infatti solo nei bienni delle Ragioneria (prima era nel triennio ed era meglio ) e nel quinquennio dei periti turistici , essendo stata vergognosamente eliminata negli altri istituti come i Nautici, i Professionali per il Turismo e gli Alberghieri !
Se la comprensione della multiculturalità e della complessità del nostro mondo stessero veramente a cuore al Ministro della Pubblica Istruzione sarebbe sufficiente che egli intervenisse affinché fosse introdotta la Geografia generale ed economica in tutti gli Istituti superiori o quanto meno si ripristinasse almeno ciò che improvvidamente ha cancellato il precedente “Governo Berlusconi” .
Senza contare che nei Licei, dove formiamo una buona parte della classe dirigente, da sempre la materia è considerata residuale insegnata per giunta solo nelle prime classi da docenti non specialisti.
Tutto ciò è molto allarmante se pensiamo alla già scarsa cultura geografica di buona parte dei nostri connazionali, classe dirigente e politica in primis, che poi si concretizza in una scarsa cultura ambientale e del territorio e quindi in conseguenti manomissioni di un ambiente culturale e naturale già fortemente degradato come purtroppo puntualmente rileviamo dalle tragiche notizie sulle “consuete” alluvioni autunnali, chiamate impropriamente “calamità naturali”.
Come può un Paese pensare di rimanere economicamente competitivo, darsi una visione strategica del futuro, formare giovani preparati e aggiornati, dotati di una cultura globale e della sostenibilità, mantenersi civile se preclude alle nuove generazioni un insegnamento specialistico, moderno e interdisciplinare, che aiuta a ragionare sulla multiculturalità e sulla complessità che caratterizzano sempre di più il nostro pianeta?
Riccardo Canesi