Lettera al Ministro della Pubblica Istruzione di Andrea Vento del 9.09.2013
A tre anni dall'entrata a regime del nuovo ordinamento, la cosiddetta 'riforma Gelmini', nella Secondaria di II grado risulta doveroso effettuare un'analisi degli effetti prodotti sull'insegnamento della Geografia.
Il quadro che emerge mette in risalto, in prima istanza, il definitivo ridimensionamento della disciplina sia come presenza nei curricoli dei vari indirizzi di studio che come monte ore totale all'interno dell'unico corso nel quale è sopravvissuta, l'Istituto Tecnico Commerciale, ove, da 8 ore settimanali, è stata ridotta a 6, subendo l'ulteriore penalizzazione di passare da materia di indirizzo (Geografia economica) al triennio, a disciplina generica (Geografia) al biennio. Permane invece l'insegnamento della Geografia turistica, con un monte ore totale di 6 ore settimanali, nel Triennio dell'indirizzo turistico che il nuovo ordinamento ha dirottato dagli Istituti Professionali ai Tecnici Commerciali.
La Geografia scompare dagli Istituti Tecnici Nautici, dagli Istituti Professionali per il Commercio nei quali era insegnata nella importante declinazione della Geografia economica, mentre nei bienni dei Licei viene accorpata alla Storia, divenendo una nuova disciplina Storia e Geografia, e il cui insegnamento è stato attribuito agli insegnati di Lettere che, per ovvie ragioni di preparazione, ripartiscono, le tre ore dell'orario settimanale in modo estremamente penalizzante per la Geografia, in genere un paio di ore la mese.
L'attuale ordinamento scolastico italiano ha assestato il colpo finale alla già moribonda cultura geografica scolastica e, in prospettiva, dell'intera società: gli studenti italiani affronteranno una sola volta nella vita i programmi di Geografia regionale (Italia, paesi europei ed extraeuropei) nella Secondaria di I Grado, per cui le loro conoscenze geografiche, ad eccezione di coloro che frequenteranno gli Itc, per il resto della loro esistenza si baseranno esclusivamente su basilari nozioni apprese in età adolescenziale. Negli altri paesi Europei la considerazione riservata alla Geografia è di ben altra rilevanza.
Le problematiche pur tuttavia non si limitano a ciò, purtroppo: altra questione rilevante è rappresentata dalla sottrazione di ore di insegnamento di Geografia, nel biennio dell'itc, da parte di insegnati della classe di concorso A060, i quali non avendo un' idonea preparazione negano agli studenti il diritto ad un adeguato standard qualitativo dell'insegnamento, arrecando loro una grave carenza formativa. Inoltre, vengono sottratte preziose ore di insegnamento, viste le pochissime rimaste, ai danni degli insegnanti specialisti della Geografia (classe A039). Questa possibilità era stata prevista dal Ministero all'indomani dell'entrata in vigore della riforma Gelmini per compensare la perdita di ore di Scienze della Terra ed evitare la creazione di docenti sovrannumerari. Trascorsi ormai tre anni, la situazione dei docenti della A060, grazie soprattutto ai pensionamenti, si è stabilizzata ma, nonostante le note ministeriali del 4 maggio 2012 e del 21 marzo 2013 ribadiscano che le ore di geografia devono essere assegnate ai docenti della A039, anche nel prossimo a.s., nonostante le numerose diffide pervenutegli, i dirigenti e gli Usp hanno predisposto organici di diritto con numerose ore e, in alcuni casi, addirittura cattedre intere appositamente suddivise, che finiscono per essere assegnate alla A060, anche in presenza, su base provinciale, di cattedre libere della medesima classe di concorso. Abusi in piene regola, nel totale disprezzo delle circolari ministeriali, dei diritti degli studenti e dei legittimi insegnati della martoriata disciplina, ai quali è giunto inderogabilmente il momento di porvi termine. La geografia, come ogni altra disciplina, deve essere insegnata da docenti preparati e specialisti come sono in grado di garantire solo gli abilitati nella classe di concorso A039.
Appurato il quadro di sostanziale eliminazione della geografia dai curricoli della Secondaria di II Grado e considerato invece l'elevato valore formativo della stessa come unica disciplina in grado di far comprendere fra le tante, le dinamiche dell'attuale società italiana, il processo d'integrazione europea e le complessità dell'economia globalizzata, riteniamo opportuno che venga reintrodotta in tutti i bienni dei vari indirizzi di studio, in modo che gli studenti italiani, abbiano conoscenze geografiche approfondite affinché possano divenire cittadini consapevoli e poter competere con i loro omologhi europei.
Apposita riflessione merita invece la situazione negli Ipc e negli Itc in relazione all'insegnamento della Geografia economica. In entrambi i corsi di studio è scomparsa dai trienni come importante materia di indirizzo; tuttavia, mentre nei Professionali è stata depennata in toto, nei Tecnici è stata ridimensionata con lo spostamento nel biennio, con relativa riduzione del monte ore da 8 a 6, mantenendo però lo stesso impianto programmatico del vecchio corso Igea, leggermente ridimensionato per adattarlo alla riduzione di orario. Risulta evidente che il programma di Geografia del corso Igea (Italia ed Europa in terza in 3h, Paesi extraeuropei in quarta in 2h e Geografia economica generale in quinta in 3h) risulta praticamente impossibile da svolgere in prima (Italia ed Europa in 3h) ma, soprattutto, in seconda dove con sole 3 ore settimanali dovremmo affrontare sia i paesi extraeuropei che, la non certo semplice, Geografia economica generale. Un'operazione inattuabile, anche in considerazione del fatto che i ragazzi non possiedono le indispensabili preconoscenze di Economia Politica, di Storia e di Diritto né, tanto meno, la maturità e le potenzialità per poter comprendere fenomeni e dinamiche interdipendenti così complesse.
La nostra pluridecennale esperienza di insegnamento della Geografia economica ci avrebbe indotto, dopo approfondita riflessione, ad avanzare una proposta di rivisitazione dei curricoli scolastici degli Istituti Professionali e, soprattutto, dei Tecnici. Abbiamo verificato sul campo come l'efficacia didattico-formativa fosse stata di ben altro livello quando, precedentemente all'attivazione dell'indirizzo Igea, l'ibrida materia detta Scienze della Terra non era stata ancora 'ideata' e la Geografia veniva insegnata dalla prima alla quinta classe, costituendo disciplina distinta dalle Scienze naturali, le quali affrontavano argomenti di biologia nel biennio ed era insegnata da docenti specialisti in quanto laureati in Biologia.
In funzione dell'implementazione di un'azione didattica, razionale e organica, finalizzata all'apprendimento delle evoluzioni economiche, sociali, culturali e ambientali che interessano le varie società locali e quella globalizzata, avremmo individuato la seguente articolazione programmatica da introdurre negli Istituti Tecnici e Professionali ad indirizzo Commerciale:
· classe prima: elementi di Geografia fisica (geologia, morfologia, idrografia, climatologia ecc)
· classe seconda: geografia generale ed economica dell'Italia e delle regioni italiane, con elementi di Geografia turistica e dei Beni culturali.
· classe terza: geografia generale ed economica dell'Europa e dei paesi europei; il processo di integrazione europea, le istituzioni europee, l'euro, il progetto di unificazione politica.
· classe quarta: geografia generale ed economica dei continenti e dei paesi extraeuropei
· classe quinta: geografia economica generale che comprende Geografia delle risorse, le fonti energetiche, la questione ambientale, il cambiamento climatico, Geografia culturale, la Demografia e i flussi migratori, l'urbanesimo, i settori dell'economia, la globalizzazione economica, politica e culturale, i mercati finanziari, le crisi economiche, le questioni sociali, la distribuzione del reddito.
Da ampi settori della mondo della cultura, da alcuni anni, è sorto un ampio movimento di opinione in difesa della Geografia e del suo insegnamento nelle scuole. Scienziati, letterati e intellettuali vedono nella geografia lo strumento di sintesi delle tante, infinite relazioni che governano la realtà globalizzata e che permettono di mettere in connessione i vari territori e i rapporti fra attività umane e peculiarità ambientali, Alla luce delle ultime Sue dichiarazioni siamo certi che Lei si adopererà affinché, le nuove generazioni , non siano private di tali fondamentali strumenti interpretativi e del ruolo di cittadini consapevoli.
Il Tutor Coordinatore del Tfa di Geografia della Toscana , Prof Andrea Vento ( This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. )